>
> > Vorrei sapere se a beneficio dei milioni di potenziali utenti registratori
> > dell'UE e' prevista la traduzione e sottoscrizione (quando?) di una LAR
> > opzionale in lingua inglese, nonche' la pubblicazione delle nuove regole
> > 3.2 e della NETIQUETTE menzionata nella LAR in Inglese sul sito del NIC.
> >
> > Anche cio' crdo si possa intendere nel senso delle pari opportunita' per i
> > registrandi esteri.
>
> lasciando perdere per il momento se si fara` o no una LAR in lingua
> inglese (personalmente ritengo che sia una scelta della RA, non e`
> una norma o procedura), non vedo cosa c'entri la "pari opportunita`".
> Posso al limite immaginare che la RA debba predisporre una lettera in
> tedesco per i residenti tedeschi della provincia di Bozen, o in francese
> per i residenti valdostani, visto che quelle sono lingue ufficiali
> nelle zone suindicate.
>
> Non mi sembra che l'inglese sia una lingua ufficiale dello Stato Italiano...

Non facciamo finta di NON capire, ma cerchiamo di aiutare invece chi vuole
lavorare bene e diamo un'immagine professionale del ns lavoro all'estero :
come puoi far firmare una LAR ad uno svedese, ad un norvegese, ad un
portoghese (appartenenti alla UE) in ITALIANO ?

Alla fine per sfinimento la firmano senza sapere esattamente cosa firmano
(mi riferisco soprattutto ai comuni cittadini, non le aziende che si pagheranno
il traduttore per capire perche'la RA Italian unica forse al mondo pretende che
firmi un contratto per Lire 20.000 (dicesi ventimila lire!)).

Se io traducessi la LAR mi renderei responsabile di ogni errore di traduzione o
interpretazione, cosa che invece devo demandare alla RA perche'la LAR e'un
atto privato tra il registrante e la RA. Per questo chiedo formalmente che sia
la RA a farne una traduzione ufficiale, inserendo eventualmente (in ingklese)
che ai fini legali e' comunque il testo italiano che vale.

Quando una azienda (anche italiana) stipula un contratto con una azienda estera
normalmente il contratto viene redatto in inglese, questa e' prassi comune.

Le pari opportunita' sono nei confronti degli utenti finali, nel caso questi non
siano italiani, affinche' approvino e capiscano quanto firmano. Queste sono
semplici norme di civilta' e trasparenza.

Ben vengano le traduzioni anche in francese e il tedesco, per iniziare, se
per te sono piu' importanti i Valdostani e i Tirolesi :-) degli altri milioni
di cittadini europei. Per me contano tutti allo stesso modo, visto che
valdostani, tirolesi e norvegesi possono registrare tutti un dominio .it.

Ciao,

Alfredo
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Alfredo E. Cotroneo,             PO Box 10980, I-20110 Milano, Italy
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